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Storie di ordinario degrado... Cesacastina...


Continuano le nostre visite alle frazioni del Comune di Crognaleto.
Siamo a Cesacastina.
Cuore del parco.
Via d'accesso alle cascate delle Cento Fonti, risorsa idrica tra le più importanti dell'Appenino Centrale.
Meta di appassionati di trekking montano.
Il paese in assoluto più visitato del comprensorio Gran Sasso-Laga.
Gioiello indiscusso di arte, storia, religione e natura.
Un paesaggio che riscalda il cuore e inebria gli occhi di chi vi accede.
La natura che domina, come il secolare olmo che da qualche anno non c'è più.
Casacastina, uno fra i borghi più importanti del Comune, risulta oggi uno dei più abbandonati e desolati.
La popolazione, ancora memore delle condizioni di estremo disagio e paura cui è stata costretta a convivere durante i giorni della grande nevicata dello scorso gennaio, descrive una situazione di totale assenza da parte delle istituzioni locali.
L'incuria e l'indifferenza sono ben evidenziati dalle tante, eccessive transennature presenti all'interno dell'abitato, che non permettono l'accesso agli abitanti a diverse aree, soprattutto verdi. Come l'ampio spazio di fronte alla Chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, tutt'oggi interdetta ai fedeli per inagibilità, e un'ulteriore superficie adibita ad area verde antistante il vecchio edificio scolastico. L'edificio in questione, inoltre, presenta il crollo della tettoria, conseguente i recenti eventi sismici, le cui macerie ancora non vengono spostate.
Il manto stradale presenta notevoli avvallamenti e buche. Una particolare, aperta da mesi nonostante le svariate segnalazioni, rimane come una bocca spalancata in attesa di essere alimentata.
Cabine dell'Enel fuori uso.
Illuminazione urbana insufficiente.
Griglie per il deflusso delle acque piovane ostruite.
La pensilina per prendere l'autobus rotta e vandalizzata.
Assenti centri per l'accoglienza turistica.
Strada di accesso al percorso turistico verso le Cento Fonti non adeguato per la recezione dei turisti, provenienti da tutte le parti del mondi.
La situazione è desolata e desolante.
Il disagio palpabile ed evidente.
Il silenzio aleggia.
D'altronde, diceva Isocrate: “quello che è sconveniente da fare è sconveniente da dire”.
















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