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Un documentario sui luoghi del sisma


Il terremoto è, fra gli eventi naturali, quello che maggiormente rimanda al senso di precarietà.
Ci ricorda che siamo provvisori e di passaggio, riallineando i confini dell'esistenza.
Quei margini che la Natura conosce bene e che, si appresta a ripristinare, una volta alterati.
Se si pone la domanda: “La natura è spaventosamente cinica?”.
La risposta è: “Sì. Lo è!”.
Ma è anche imparziale nella sua cieca casualità.
Lo scrisse bene Giacomo Leopardi, nel “Dialogo della Natura con un Islandese”:

"La Natura: Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l'intenzione a tutt'altro che alla felicità degli uomini o all'infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n'avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei".

Ma poniamo un altro quesito.
Perché, tutt'oggi in Italia, un paese con più del 70% del proprio suolo a rischio idro-geologico, piuttosto che fare una corretta prevenzione secondo criteri scientifici, ci si affida ad uno sciocco atteggiamento fatalista?”.
E ancora.
Quanto pesa la mano dell'uomo sulla distruzione fisica, sociale ed economica di un territorio?”.
E ancora.
Quali e quante sono le conseguenze psico-socio-economiche sulle popolazioni?”.
Queste sono la domande che vengono poste in un Docu-Scientifico, che si sta girando ad Amatrice e nelle zone più prossime colpite dal sisma. Una troupe di tecnici, guidata dal Professore Alberto Prestininzi, Ordinario di Geologia Applicata presso l'Università La Sapienza di Roma, si sta spostando nella vasta area del cratere sismico, per capire cosa è accaduto e cosa sta accadendo in questi territori.
Noi siamo stati con loro venerdì 22 settembre, durante le riprese effettuate a Campotosto, nelle quali sono stati intervistati Andrea Guizzetti, Vice-Sindaco e Assessore Delegato ai Lavori Pubblici, Ricostruzione Post-Sisma, Protezione Civile ed Opere Strategiche del Comune di Montorio al Vomano e il Sindaco del Comune di Campotosto, Luigi Cannavicci.
Amatrice, Campotosto e Montorio al Vomano.
Tre realtà diverse.
297 morti fanno la differenza...
Ma accomunate dalle difficoltà della ricostruzione post-sisma e dallo scollamento che sta subendo la popolazione dal tessuto sociale, che fatica a riprendere i ritmi del passato.
Camminando per Campotosto colpisce il silenzio e la bellezza del panorama naturale associata alla devastazione delle abitazioni.
Il lago, anch'esso muto, giace come un vecchio stanco in attesa dell'inverno.
La sensazione è quella di una ferita aperta e profonda.
Una ferita scavata dall'uomo.
Dal suo agire sconsiderato.
Dalla mancanza di manutenzione e dall'abusivismo.
Dall'assenza del rispetto verso una Natura che si riprende ciò che è suo.
Ma niente è perduto.
Si può e si deve ripartire con una consapevolezza nuova, fatta di prevenzione e rispetto del territorio.
Una rinascita che passa attraverso un rinnovamento culturale della società, dove la Natura non è vista come matrigna, ma come Madre.
E una Madre, si sa, non uccide i suoi figli...

Immagini del paese di Campotosto e del back-stage













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